Cercare di comprendere è un vizio o una virtù?Questa ricerca vuole placare il proprio desiderio di giustificare il fallimento di determinate cose oppure, si desidera trovare la strada per seppellire un ricordo?
Mi sono chiesta questo dopo aver scritto il post “Lettera aperta”, e alla Marzullo mi sono anche risposta: “ Macabro tentativo di sezionare il bello dal brutto!”.
Poi però mi sono domandata: “Nella situazione che ho vissuto cosa c’era di bello?”.
L’aver fatto un viaggio lungo per vedere una persona e aver passato una settimana fuori da un ambiente che non mi appartiene, non per scelta ma per necessità ?
L’aver abbracciato una persona ed essere abbracciata a mia volta, per poi rientrare nella mia esistenza e sentire un freddo lungo che parlava più di mille parole?
Esser stata servita e riverita in tutto per poi rendermi conto che, l’apparenza è sostanza secondo alcuni?
Conclusione : non vi è stato nulla di buono.
No, nulla.
Non capisco come certe “persone” non abbiano il coraggio di mostrarsi per quello che sono, di dire che cosa cercano e perché, di dirlo semplicemente e tranquillamente, dando la possibilità all’altra parte di scegliere. Questo si chiama libero arbitrio.
E’ anche vero che davanti al silenzio comunicativo di questa “persona” al mio rientro avrei potuto, ed in parte l’ho fatto, cercare di sforzare e parlare, poi però mi sono detta :”Cosa dovrei dire? Sapeva che in passato ero stata privata della possibilità di confronto, sapeva che ne avevo sofferto, perché dovrei?” Allora vi chiederete: “Ti sei fermata li?” .No, non mi sono fermata li, ho scavato nella mia mente alla ricerca dei particolari che molte volte sfuggono quando si vivono determinate situazioni, specialmente quando si viene ammantate di parole sofferte e apparentemente sentite, oppure sentite e metabolizzate a metà.
Ho collegato telefonate ad avvenimenti che mi sono stati raccontati, ho ritrovato parole che contraddicevano atteggiamenti, ho escluso il cuore e guardato fuori dalla bella finestra che avevo visto, e li ho trovato ciò che mai avrei voluto vedere: menzogne.
In una telefonata con questa “persona” mi sono sentita dire che sì, era mancato il coraggio di contattarmi (probabile che io morda e non lo sapessi), che era una “persona” senza coraggio. Ho ascoltato e condividevo il concetto ovviamente, poi ho rivolto solo una semplice domanda: “Era solo una questione di sesso?”. La risposta fu: “No, se volessi solo quello lo avrei trovato dove sono”. Mi è stata anche propinata la seguente affermazione: “Se avessi solo voluto quello non ti avrei fatto avvicinare alla mia famiglia,agli amici”, Interiormente mi sono detta: “Perché non ammette una cosa che può essere plausibile?Per mantenere la facciata?Ma che facciata se sono distante?”.
Parlandone con una Amica molto saggia e molto più analitica di me venne fuori quanto segue: “Senti, ma non pensi che il fatto che tu sia lontano sia comodo? Questa persona ha la certezza, conoscendoti, che mai avresti fatto casino, tu dici perchè ti ha fatto conoscere le sue persone care,semplice per mostrarsi, mostrarsi persona affabile, cortese, solo questo, mi spiace dirtelo ma l’ho vissuto sulla mia pelle”
La mia Amica aveva ragione.
Nell’esatto momento in cui la telefonata terminava :”Scusa ora devo andare in comune per una pratica ci sentiamo domani e ne parliamo”, io ero semplicemente davanti ad un monitor come ora e, esattamente 10 minuti dopo vedevo spuntare tale “persona” su un noto circuito di chat, ovviamente avevo le allucinazioni oppure il comune si era trasferito in casa sua.
Girovagando su internet alla ricerca di svago, visto il lavoro sacrificato che faccio (badante 22 ore al giorno) pensando alla telefonata che aspettavo per il giorno dopo, al fatto che la “persona” a cui volevo bene probabilmente era per qualche motivo a me non noto in confusione, ricolmo di pensieri dovuti alla sofferenza del suo vivere (giustificavo), giunsi su una chat.
Salutai come si fa di solito.
Lessi i nick presenti.
Fui attratta da uno di essi.
Sì lo avevo già visto, ma dove?
Pensai un attimo, poi, mi rammentai che era quello della famosissima “persona” di cui sopra.
Chiesi se ci si conosceva.
Non rispose.
Vedevo un simbolo accanto al suo nick:una web cam.
Ci cliccai sopra, mai avrei pensato di vedere una tenuta adamitica e il suo volto sorridente.
Avevo il sangue un testa.
Chiesi con garbo il privato.
Mi fu concesso.
Mi salutò con il mio nick. Io con il suo nome proprio.
Gelo!
Non se lo aspettava.
Cominciò a scrivere in pubblico che entrava poco, pochissimo chiedendone conferma implicita ai presenti.
Tensione!
La persona morigerata, che disdegnava tanto certi atteggiamenti, dedita alla propria casa e situazione non esisteva.
Mi chiese come fossi giunta li.
Il caso, il fortuito caso che, voleva per qualche motivo graziarmi da altre inutili sofferenze, attese per spiegazioni senza spiegazione.
Mostrarsi. Questa persona adora mostrarsi in web cam. Magari ricevere complimenti, forse falsi ma ammirata esteriormente.
Esibizionismo si chiama cosi’.
Voyeurismo.
Ora il punto è questo: ognuno vive la propria sessualità come meglio desidera ma non a discapito delle altre persone, non a discapito mio almeno, certe cose è necessario dirle per il motivo di cui sopra: libertà di scelta!.
Avrei accettato una cosa così se l’avessi saputa prima? Non penso. Ma non avrei sofferto, avrei lasciato perdere, non mi sarei affannata e preoccupata per tante e tante cose.
Questa la seconda puntata di una storia che poteva finire molto male.
Mostratevi tutti, compresa me, per ciò che siete, non fate male alle persone che vi circondano anche se in modo virtuale.
sabato 23 febbraio 2008
domenica 17 febbraio 2008
Lettera aperta.
In questi giorni mi sono chiesta cosa fosse un tradimento.
Mi sono domandata che valore ha per molte “persone” il termine rispetto, considerazione.
Mi sono chiesta a che cosa serve prendere se stessi, così come si è, senza fronzoli, parole contornate da pizzi e merletti. Mi sono domandata a che serve avvertire che, come tanti non lo nego, si ha sofferto, penato, non si ha nulla se non pochi Amici ma sinceri (Paola, Domenica,Roberto, Franca, Franco, Rina, Gisella, Peppe, Angela, Alessandra, Luca, Karima, Giancarlo, Edoardo, Alice, Silvana ) e con atti molto semplici ma sinceri come le attenzioni, le premure, l’ascolto, la comprensione far comprendere solo una cosa : “NON MI FERIRE SONO QUI, SONO QUESTA, NON VOGLIO NULLA SE NON RISPETTO, SINCERITA’, DELICATEZZA.”
Sono arrivata alla conclusione che non serve a nulla o meglio, serve a chi è depositario di se stesso, a chi tende a responsabilizzarsi nelle proprie azioni, a chi sa guardare la propria ombra nel Mondo e a non avere rimpianti o rimorsi : serve a me.
Quando si incontra una “persona”, dopo aver molto ascoltato la sua voce, affranta da un passato pesante (dice), da delusioni cocenti (afferma), da una frustrazione legata alla sua identità interpersonale (sostiene), e si viene catapultati in un mondo, il Mondo, la Vita, che per molte ragioni che non sto a spiattellare, non mi appartiene per ora, inevitabilmente si spera che quella “persona” non sia capace di ferire, non sia capace di chiudersi in un silenzio chiacchierato e sbarrare una porta quella dell’Affetto, di un possibile Amore, prima ancora di averla aperta.
Ebbene questo è successo. Forse mi è stato mostrato ciò che mi si voleva far vedere. Una bella farfalla che volava, che cercava un cielo e, un albero su cui posarsi quando si fosse sentita stanca.
Io ero l’albero forse, ed ero felice di esserlo, ma, ora posso dire che attaccato al tronco è stato solo cosparso del letame, ma, non per concimarne le radici, per renderle piu’ forti e rigogliose, ma per farne solo odorare la sua vera fragranza.
Questa che state leggendo è una cosa successa a me, una illusione o peggio non trovo il termine adatto, che ho vissuto. Non comprendo come certi “esseri umani” possano esistere, però ci sono e vivono anche bene nel loro galleggiare.
La cosa in cui confido è : “ Il mondo è una palla che gira!”.
Mi sono domandata che valore ha per molte “persone” il termine rispetto, considerazione.
Mi sono chiesta a che cosa serve prendere se stessi, così come si è, senza fronzoli, parole contornate da pizzi e merletti. Mi sono domandata a che serve avvertire che, come tanti non lo nego, si ha sofferto, penato, non si ha nulla se non pochi Amici ma sinceri (Paola, Domenica,Roberto, Franca, Franco, Rina, Gisella, Peppe, Angela, Alessandra, Luca, Karima, Giancarlo, Edoardo, Alice, Silvana ) e con atti molto semplici ma sinceri come le attenzioni, le premure, l’ascolto, la comprensione far comprendere solo una cosa : “NON MI FERIRE SONO QUI, SONO QUESTA, NON VOGLIO NULLA SE NON RISPETTO, SINCERITA’, DELICATEZZA.”
Sono arrivata alla conclusione che non serve a nulla o meglio, serve a chi è depositario di se stesso, a chi tende a responsabilizzarsi nelle proprie azioni, a chi sa guardare la propria ombra nel Mondo e a non avere rimpianti o rimorsi : serve a me.
Quando si incontra una “persona”, dopo aver molto ascoltato la sua voce, affranta da un passato pesante (dice), da delusioni cocenti (afferma), da una frustrazione legata alla sua identità interpersonale (sostiene), e si viene catapultati in un mondo, il Mondo, la Vita, che per molte ragioni che non sto a spiattellare, non mi appartiene per ora, inevitabilmente si spera che quella “persona” non sia capace di ferire, non sia capace di chiudersi in un silenzio chiacchierato e sbarrare una porta quella dell’Affetto, di un possibile Amore, prima ancora di averla aperta.
Ebbene questo è successo. Forse mi è stato mostrato ciò che mi si voleva far vedere. Una bella farfalla che volava, che cercava un cielo e, un albero su cui posarsi quando si fosse sentita stanca.
Io ero l’albero forse, ed ero felice di esserlo, ma, ora posso dire che attaccato al tronco è stato solo cosparso del letame, ma, non per concimarne le radici, per renderle piu’ forti e rigogliose, ma per farne solo odorare la sua vera fragranza.
Questa che state leggendo è una cosa successa a me, una illusione o peggio non trovo il termine adatto, che ho vissuto. Non comprendo come certi “esseri umani” possano esistere, però ci sono e vivono anche bene nel loro galleggiare.
La cosa in cui confido è : “ Il mondo è una palla che gira!”.
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