Non so spiegare però quella “persona” mi manca. Forse per la forte compatibilità che c’era, forse perché mi sapeva far ridere, forse perchè volevo ridere o sperare. A nulla mi serve pensare al dolore del dopo, a quelle omissioni e silenzi, la penso cosi’.
Nel mentre mi ha telefonato.
Si faceva forte del fatto che non sapeva che avevo visto il suo “lato oscuro”.
Quando mi ha chiamata, con la scusa di un referto medico che non aveva compreso, sinceramente, tra me e me, dolcemente sorridevo perché quando ero in sua compagnia e con la sua famiglia quell’esito già me lo aveva fatto leggere, era una scusa per sentirmi.
La telefonata è stata lunga un’ora e trenta, nella quale personalmente senza urlare, anzi, sorridendo con questa “persona”, ho detto esattamente quello che in precedenza avete letto, del fatto di aver visto lo spogliarello via cam e tutto quanto il resto.
Questa “persona” non ha accampato scuse ha semplicemente incassato dicendo: “Questa volta l’ho fatta grossa!”. La mia risposta fu :”Molto gossa!”
Ho fatto presente poche cose: che i gusti vanno detti perché è questione di rispetto verso gli altri se non per se stessi; che se fossi stata io ad essere stata colta in certe circostanze sono certa che il suo stupore e dolore sarebbe stato lo stesso; che non ci si puo’ presentare come santi per poi riaffermare tutto l’opposto.
Non ha negato nulla, ha cercato di pararsi il fondoschiena dicendo che certe cose non le aveva dette per non ferirmi, risposi molto semplicemente che le ferite me le aveva inferte dopo ed erano profonde, molto anche.
Comunque il vero motivo di quel silenzio poi rotto mi sfugge. Cercherò di comprenderlo in seguito perché so che ci saranno altre telefonate alle quali io risponderò sempre.
venerdì 28 marzo 2008
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