Trovarsi davanti ad un foglio bianco con dei pensieri da sputarci sopra è come voler volare avendone la possibilità ma, non le forze.
Le cose da scrivere sarebbero parecchie e poche allo stesso tempo.
La “persona” è diventata di nuovo persona.
Le telefonate continuano e anche i messaggi. Quando ascolto la sua voce sorrido, sì sorrido sempre anche se ho tanto penato. Poche lacrime cadute? Sì poche ma la sofferenza si è tramutata un un morbido cadere di pensieri lievi e grevi allo stesso tempo. Sorrido perché è la sola persona che mi abbia fatto sorridere dentro. Sì masochismo o forse la forte sensazione che sia…bah lasciamo stare parole languide non si intonano a molte pezze di colore scritte e sentite.
“Non ho dimenticato nulla…so cosa ho dentro…mi ha fatto sentire un essere umano vivo…”
Tali affermazioni se estrapolate dal contesto sarebbero perfette per una love story moderna: nata da un monitor e sfociata in un incontro con il botto. Di solito una frase così contiene un ma, infatti c’è ma…il Cielo è tale perché azzurro o perché nel voltare lo sguardo in su noi lo vediamo tale?
Quando una persona entra sotto pelle è difficile che ne esca, galleggia nel tempo sta li, ed io sinceramente adesso come adesso desidero che sia così. Giustamente una botta di cretina ci sta bene, sono io stessa a darmi questa parola sulla zucca.
Non ho dimenticato quelle immagini inaspettate e quel silenzio, ma, l’ho metabolizzato il come e il perché mi è ignoto. No dai forse un motivo o motivi ci sono, forse sono come ho scritto, in un momento particolare di svolta per me e coccolarmi in certi sentimenti e ricordi da buona cancerina quale sono mi fa bene.
Ultimamente occupo il mio tempo con una persona, una persona che mi scalda le lenzuola, che per un secondo mi trasporta in un mondo differente. Il nostro è un accordo:nessun impegno o promessa. In me c’e’ però quel profumo, lontano ma sempre presente, inebriante, naturale.
La persona alcune volte nonostante sia più grande di me ha una ingenuità da far tenerezza ad un muro. Sembra scendere dall’albero delle meraviglie.
Molte volte non comprendo, i suoi discorsi le sue frasi sembrano incompiute, sensazioni frenate mescolate al passato e vomitate addosso a me. Sono il suo puntaspilli preferito. Sorrido, mai dispiaciuto esserlo.
Parlare, parlare, parlare. Ogni tanto stuzzico il discorso, provoco. Perché? E’ l’unico modo che io conosca per far reagire la persona.
Una cosa per me la farò, appena uscita da questo inferno ritornerò là. Voglio vedere i suoi occhi mentre mi guardano, sentire il suo Cuore battere da li comprenderò in pochi istanti se girare i tacchi e sparire per sempre o fermare quel momento.
Stop per oggi ho delirato abbastanza.
lunedì 28 aprile 2008
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